ALDO MATTIA SCHIAVONE (Dorian Gray)
ROMEO TOFANI (Lord Watton)
SIMONE DE ROSE (Basil Howard)
MARTA LONGO (Sybill Vane)
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Dal 2024
adattamento originale e regia di Luca Guerini da Oscar Wilde con Luca Sidoli/Aldo Schiavone, Romeo Tofani, Simone Derose e Marta Longo/Alessandra Viganò SINOSSI: La storia ruota attorno a Dorian Gray, un giovane e affascinante uomo di Londra, la cui bellezza esteriore è straordinaria. Dorian diventa il soggetto di un dipinto realizzato dal pittore Basil Hallward, che è affascinato dalla sua bellezza. Durante il processo di pittura, Dorian esprime il desiderio di rimanere giovane e bello per sempre, mentre il ritratto invecchierà al suo posto. Nel corso della storia, Dorian vive una vita di eccessi, corruzione e immoralità, influenzato da Lord Henry Wotton, un aristocratico cinico che lo spinge a vivere senza scrupoli. La sua bellezza esteriore rimane intatta, ma il ritratto diventa sempre più deformato e oscuro, riflettendo i suoi peccati e il deteriorarsi della sua anima. Col passare del tempo, Dorian si rende conto che il quadro è una rappresentazione dei suoi vizi e delle sue azioni, e questo lo porta alla rovina. CITAZIONE: Oscar Wilde in una lettera scrive: Basil Hallward è quello che credo di essere, Henry Wotton è come il mondo mi dipinge e Dorian Gray è quello che mi piacerebbe essere. NOTE DI REGIA: Ho voluto rappresentare questa storia che tutti conosciamo negli anni 30 e precisamente nelle atmosfere dei quadri di Jack Vettriano.Gli anni Trenta sono stati segnati dalla Grande Depressione, una crisi economica globale che ha avuto un impatto enorme sulle vite delle persone. In un periodo di incertezze economiche e politiche, la ricerca di piaceri fugaci, eccessi e mondanità – temi centrali nel romanzo di Wilde – sicuramente viene amplificata. L'immaginario degli anni Trenta, che si collega anche all'epoca pre-bellica, risulta essere l'ambientazione ideale per una storia che esplora il contrasto tra bellezza, superficialità e vuoto interiore, proprio come accade a Dorian Gray.Gli anni Trenta sono anche un periodo in cui l'arte e la moda avevano un ruolo preminente nella cultura popolare, spesso legato a un'idea di lusso e bellezza sfarzosa. L'epoca Art Deco, con la sua raffinatezza e il suo estetismo, ben si adatta all'immaginario di Dorian Gray, il quale vive di una bellezza perfetta e di un'arte che può essere manipolata per soddisfare i propri desideri. In questo senso, gli anni Trenta diventano una riflessione ideale per la decadenza e la ricerca incessante di piacere di Dorian. Jack Vettriano, pittore contemporaneo, è noto per le sue immagini che evocano atmosfere sofisticate, ma spesso inquietanti, di mondanità e seduzione ricche di erotismo e di atmosfere da "società d'élite". Questi quadri, che spesso ritraggono persone vestite in modo elegante in contesti di seduzione e giochi di potere, si avvicinano molto al tema centrale de Il ritratto di Dorian Gray: l'illusione di bellezza eterna e la corruzione morale che ne deriva. Nel lavoro di Vettriano, come in Il ritratto di Dorian Gray, si osservano spesso immagini che evocano la ricerca di piaceri ed eccessi, ma con un'ironia sottile, come se si nascondesse un vuoto dietro la facciata di bellezza e raffinatezza. La separazione tra l'apparenza e la realtà è uno dei temi centrali nelle opere di Vettriano, così come nel romanzo di Wilde, dove l'estetica del corpo e dell'arte sono in contrasto con la corruzione dell'anima di Dorian. 1 sett - CIVITAVECCHIA - Arena Pincio
6 ott - ROMA - Teatro Ugo Betti 16 nov - ANCONA - Teatro Panettone 7 feb - ROMA - Hell Fire Club SI PARLA DI NOI :
"Dorian Gray": La struggente attualità di Oscar Wilde secondo Luca Guerini. Lo spettacolo di Luca Guerini "Dorian Gray" tratto dal romanzo di Oscar Wilde è un'efficace sintesi non solo del contenuto dell'opera, ma anche del pensiero filosofico e artistico del noto autore inglese dell'Ottocento. La regia parte da uno studio meticoloso dell'opera letteraria wildiana e dalla sua accurata e delicata trasposizione teatrale. È un lavoro, quindi, di una grande sintesi e di un abile concertato delle azioni sceniche portate avanti magistralmente da Aldo Mattia Schiavone, Simone De Rose, Marta Longo e Romeo Tofani. Gli eventi scorrono davanti agli occhi del pubblico con una fluidità cinematografica: tutto lo spettacolo si presenta come un piano sequenza lungo un'ora. Le luci hanno, in quest'opera, l'importante funzione di evidenziare e colorare accadimenti fondamentali nonché di immergere nel buio ciò che, secondo il regista, ha poca rilevanza. E spetta, dunque, proprio alla luce disegnare il concetto di bellezza estetica e di perfezione del corpo umano. Per qualche breve attimo l'attore che interpreta Dorian Gray (Aldo Mattia Schiavone) appare nudo sul palco, ma la luce che si posa sul suo corpo ne sottolinea solo la bellezza estetica inscindibile da quella etica. L'immagine suggerisce allo spettatore che la bellezza resta tale fin quando è ancora compatibile con la purezza ed innocenza. Il nudo presente nello spettacolo assume, così, una valenza filosofica. L'immagine è fugace e priva di qualsiasi volgarità perché mitigata dalle luci soffuse e riempita di contenuti che rimandano all'arte pura. La scenografia vive insieme allo spettacolo, anzi, lo muove e gli dà un respiro tutto suo. Gli ombrelli in scena ispirati dalle opere pittoriche di Jack Vettriano suggeriscono l'idea di un vento che trascina i personaggi. Il vento in questione è il destino inteso come risultato delle proprie decisioni ed azioni causate, a loro volta, dalle passioni che i personaggi hanno. Vivono una vita scenica interessante anche altri oggetti di scena come la cornice che rappresenta il ritratto di Dorian Gray e lo specchio. Lo spazio scenico va ben oltre il palco, e, in alcune scene, questo oltrepassare i limiti consueti crea un effetto dell'opera d'arte vivente (come viene percepito il protagonista) che viene sempre più vicino allo spettatore senza spezzare la magia del gioco teatrale. Suggestivi sono i momenti di commemorazione di Sybil Vaine celebrata dal canto di una preghiera - il canto che torna nella scena finale in memoria di un ragazzo desideroso, a tutti i costi, di mantenere per sempre la sua bellezza e giovinezza. Luca Guerini, si può ben dirlo, ha fatto un buon uso del patrimonio artistico di Oscar Wilde. Il suo spettacolo è un degno e coraggioso omaggio all'autore. Olga Matsyna |